lunedì 22 dicembre 2014

Inter vs Lazio 2 a 2 ... Ora tocca a Thohir.

Mateo la tocca piano
Ieri, dopo un anno circa, sono tornato a San Siro... intendo dentro allo stadio a guardare la gara.
Si, perchè ero già tornato a San Siro a settembre, in occasione di Inter vs Cagliari, ma ho solo pranzato con gli amici, non sono entrato (per fortuna), per il rifiuto verso una guida tecnica diciamo a me incompatibile.

Tutto questo per dire che il mio record di risultati positivi rimane immacolato, mai visto una sconfitta a San Siro.

Andado al sodo: ho visto una bella gara.

Al solito non parlerò dei singoli, anche se ieri qualcuno la citazione, nel bene e nel male, se la sarebbe davvero meritata.

Non ho capito perchè concedere 44 minuti tatticamente "facili" alla Lazio, per poi farne 45 in puro stile inglese nel secondo tempo... ma è anche vero che mister Mancini ha la squadra in mano da 6 gare (7 con quella di ieri) ed avendo basato quasi tutto su questo cambio di mentalità in campo, sta' cercando di capire, effetivamente, cosa possono dare gli elementi della rosa.

Una Lazio, bisogna dirlo, messa in campo bene, che ripiegava con tutti gli elementi dietro la palla e con un pressing a tratti insostenibile. Qualcuno, un paio di anni fa, avrebbe parlato di: "attegiamento da provinciale"

Sta' di fatto che, primo affondo nel primo tempo: gol. Era il 2° minuto di gioco.
Secondo affondo nel primo tempo: gol. Era il 38 esimo minuto di gioco.

Nei 36 minuti, tra questi due catastrofici eventi, solo Inter... ma male. Male perchè ho rivisto quell'inutile possesso palla, senza nessuna idea di finalizzazione, pochissimo movimento, che tanto mi aveva fatto "cahare" nell'ultimo periodo... a cui aggiungo un tiro di Guarin.

Mancio fa un cambio tattico, riassetta il centrocampo, schiarisce le idee ai giocatori, e nel secondo tempo entra in campo un altra squadra... probabilmente "aiutata" anche dal calo, fisiologico, del pressing laziale.

E quindi si rivedono verticalizzazioni, buone aperture in fascia ed arrivano le palle gol.... e soprattutto i gol... e non era facile. No, perchè la Lazio gioca bene, ed andargli a rimontare 2 reti... ed uscire dallo stadio non sospirando "menomale, siamo riusciti a pareggiarla", ma scalando l'elenco delle santificazioni perchè: "abbiamo buttato via punti anche oggi"... vuol dire tanto.

Vuol dire che ci vedi del potenziale inespresso che crea rammarico, non rassegnazione.

Diciamo che a "Pazza" ci siamo di nuovo, manca un passetto in più a livello qualitativo.

Ora, quindi, tocca Thohir
e agli uomini mercato, perchè questo potenziale deve necessariamente essere espresso se si vuole dare una svolta decisa nella rincorsa all'obbiettivo Champions.
Difficilissimo a gennaio, ma senza paura, sistemare la rosa intervenendo in ruoli scoperti e cruciali sarà fondamentale.

Ieri, dopo un anno tornavo allo stadio ed il destino ha voluto che avessi anche l'occasione per salutare, con orgoglio ed affetto, l'amico Franco Bomprezzi, dedicandogli questo da parte di tutta la comunità di SeRinaschesi... e sono certo che sia un messaggio condiviso da tutte le persone che lo conoscevano... "Tristi mai", ciao Franco.


(p.s. oh, Franco, ma hai visto che razza di gol ha fatto Kovacic?!)

- Charms -

venerdì 19 dicembre 2014

Il mio V.I.P. Franco Bomprezzi.

"Franco non c'è più..."

Ho dovuto prendermi qualche ora di tempo per rimettere in fila tutti i ricordi che, alla notizia, come impazziti si sono miscelati in pochi istanti... dandomi quasi un senso di vertigine.
Il dolore li ofuscava, li mandava in loop a caso... Non so nemmeno quante volte ho strofinato gli occhi...

Mi ricordo ancora quando vidi il nome di Franco Bomprezzi balenare tra gli iscritti al gruppo e dentro di me avevo pensato: "No, dai... Franco Bomprezzi? no, non può essere quel Bomprezzi..."

Ed invece era propio lui... da non credere.

In poco tempo, dopo qualche scambio di opinioni, ne era nata una amicizia che si è sempre basata sul reciproco confronto e rispetto... su tutto... l'Inter che ama tanto, la politica, la vita quotidiana con le sue ingiustizie per cui lui si è battuto tutta la vita, l'uso ed abuso del linguaggio, l'inarrivabile senso del ridicolo juventino... un po' di tutto.

Da li a breve ci saremo visti a San Siro. Pre partita, post partita, birra e panino... un mare di risate... come da prassi... E ricordo, come se fosse ieri, le sue parole entusiaste sul gruppo. Su questo microcosmo Interista in cui gli piaceva tanto confrontarsi e discutere. Non posso descrivervi l'orgoglio che ho provato.

"Incazzati spesso. Felici più selettivamente. Contenti talvolta. Appagati solo in circostanze eccezionali. Polemici quando serve. Cazzari alla bisogna. Bauscia quasi sempre. Leali in ogni caso. Intelligenti e colti al di sopra della media. Ironici sempre. Allegri non per lui. Tristi mai."

Cosi ci avevi definito... memorabile.

Nel tempo l'amicizia è andata sempre più rafforzandosi, i confronti sempre più profondi, sempre più liberi, anche molto personali... come con un amico che si conosce da molti anni. La cosa paradossale è che lui era Franco Bomprezzi ed io sono il signor nessuno, ma nelle parole di Franco non esiste neanche la parvenza di un effimera saccenza... mai... su nessun argomento.

Era diventato un mio punto di riferimento di saggezza. Se avevo un dubbio, se non ero sicuro di quello che stavo facendo, chiedevo consiglio a lui... Quando voleva comunicarmi un suo punto di vista su un argomento, una riflessione, non esitava a contattarmi. Ed attraverso questi confronti in questi pochi anni sono cresciuto nel modo di ragionare... ho ampliato lo spettro visivo nei confronti dei problemi reali.

E poi la sua ironia ed autoironia contagiosa... solo lui poteva, nella sua disabilità, usare espressioni come "lo arroto", o "mi alzo in piedi ad applaudire", oppure "gli ribalto la carrozzina"... senza dare nessuna parvenza di malignità.

Fantastico.

Franco per me è stato davvero un V.I.P in senso letterale: persona molto importante... ed anche se cerco di pensare positivo, mi sento più solo, non posso farci nulla.

Dieci giorni fa ci siamo sentiti, per l'ultima volta... perchè ero molto preoccupato, perchè lo avevo sentito qualche giorno prima e mi aveva detto che si era fatto rivisitare in quanto "non si sentiva a posto"... non ero tranquillo, avevo saputo che era una cosa molto seria e lui, persona incredibile, mi aveva scritto: "dimmi quando puoi che ti chiamo"... cioè, lui era in ospedale e chiamava me per tranquillizzarmi... E ci era anche riuscito... perchè io avevo esordito con: "Franco, non so nemmeno cosa dire, ho un magone" e lui mi aveva risposto: "Ma no, stai tranquillo, lo sai che ne ho passate tante, ne verrò fuori in carrozzina anche questa volta..."

Era riuscito a strapparmi un sorriso e la conversazione aveva subito virato su temi molto "più seri"... la nuova Inter di Mancini.

Ci eravamo lasciati con la promessa che mi avrebbe sempre aggiornato sull'andamento della sua "guerra"... e quando negli ultimi giorni non aveva risposto ai miei messaggi, cosa che faceva semi istantaneamente, ho capito che qualcosa non andava.

Cazzo, Franco... mi avevi promesso che ne saresti venuto fuori anche questa volta... non mi avevi mai mentito... e lo hai fatto su una cosa cosi seria. Non è da te e te lo ricorderò prima o poi.

So che già amavi questo Mancio bis... e mi mancherà tantissimo non poter più confrontare direttamente i miei pensieri con te... mi mancherà la forza della serenità che sapevi darmi.

Si, mi mancherà tantissimo, ma non smetterò mai di farlo con i pensieri che, fortunatamente per me, mi hai lasciato.

"Franco c'è e continuerà ad esserci, per sempre"

Grazie di tutto amico mio... ciao.



(un abbraccio forte e sincero alla sua compagna Silvia)

- Charms -


mercoledì 17 dicembre 2014

Balotelli, who is?

Io, di Balotelli, conservo e conserverò un solo ricordo... questo:

clicca qui ------->  tutta la genialità di Balotelli

Grazie di tutto, Mario.

- Charms -

martedì 16 dicembre 2014

Chievo - Inter 0 a 2 , finally victorious.



Al solito, non parlerò dei singoli, ne mi esporrò a figuracce tecniche...

... ma l' Inter che è andata in campo a Verona, contro il Chievo, è esattamente l'Inter che descrive mister Roberto Mancini da qualche settimana: in progresso, nonostante i risultati.

Si perchè, l'approcio alla gara è nuovamente positivo, perchè i giocatori spendono energia (a volte male) attaccando e non correndo all'indietro, perchè non si fa attesa contro avversari ritenuti battibili, ma li si aggredisce.

Sembrano dettagli che lasciano il tempo che trovano, ed invece sono importanti... perchè denotano, non solo un altro attegiamento tattico (e su questo potremmo spenderci fiumi di interpretazioni custom), ma una sorta di rivoluzione mentale... E' li che sta' lavorando brutalmente Mancini: la testa.

Non so se sia stata l'esperienza estera, ma Mancio sta' facendo esattamente il percorso antitetico che avrebbe fatto qualsiasi, diciamo il 99%, dei tecnici italiani.

Non è partito dal portare a casa il risultato ad ogni costo, non si è concentrato su uno schema tattico... è partito dall'impostare mentalmente i suoi giocatori nell'andare in campo convinti di poter fare risultato giocando la gara.

Giocare per vincere (non solo a parole) e vincere, è l'unica medicina che può guarire l'Inter.

Al netto della non eccelsa qualità tecnica, della preparazione atletica approssimativa, al netto di tutte le sbandature in campo, riviste anche ieri... ed anche delle sconfitte brucianti... siamo mentalmente in crescita, è evidente. Solo chi non vuol vedere non lo noterebbe.

Bene la vittoria, che ci riporta a distanze "colmabili" con chi è in lotta per il nostro obbiettivo... ma molto meglio l'attegiamento.

Forza Inter, buon lavoro Mancio, Amala.

- Charms -

lunedì 15 dicembre 2014

sorteggio EL: Inter vs Celtic


Un sorteggio che sa di confronti antichi, di calcio epico... che sa di cornamusa e quadrifogli verdi vs "O mia bela Madunina" e cuscinetti nerazzurri... stadi pieni e cori infiniti...

Un confronto che sa di maglie sudate e sporche di terra, di segni sulle tibie, di teste fasciate e grandi strette di mano...

Un confronto che sa di "Jock" Stein ed HH...

Un confronto che sa di altri tempi.

Partite che rimandano sempre alla tv in bianco e nero ed il tubo catodico, ed hanno sempre un fascino particolare.

Comunque vada sarà bello incontrare il Celtic.


- Charms -

venerdì 12 dicembre 2014

EL: Qarabag vs Bagai Inter

(sottofondo musicale bersaglieri)

L'istituto SeRinasco è lieto di offrirvi una breve sintesi dell'evento: Qarabag - FC Internazionale Milano.

(foto repertorio: veduta di Agdam)
Spinti da indomita passione, i baldi figli di mamma patria Inter, geneticamente temerari, si spingono fin quasi le sponde del Mar Caspio, nella remota Agdam, per portare la gloria e difendere l'orgoglio della sacra maglia che indossano.

Possiamo, in questa foto dell'evento, ammirarli, accerchiati da avversari e gelo, battersi petto in fuori come leoni.
(foto www.inter.it)
Maiuscola la prestazione di Isacco, nativo centro africano, che sbarra le avanzate nemiche grazie ai suoi poderosi mezzi atletici messi al servizio della causa.

In campo li guida il gioiello di casa, al secolo "Federico Bonazzoli da Brescia". Con già una storia importante nella grande Opera Giovanile Inter , ed a cui auguriamo una carriera degna dell'immenso e mai dimenticato patriota Giuseppe Meazza.

Qui vediamo il giovane talento, ripreso in questo scatto, mentre esegue con impeccabile stile e tecnica, un tiro di collo piede indirizzato verso i pali dell'estremo difensore nemico.
(foto www.inter.it)
Il confronto atletico sportivo calcistico termina con un pari dal risultato di 0 a 0.
 
Reti inviolate, poche occasioni, ma tanto impegno in campo. I baldi giovani hanno saputo tenere testa, ed a tratti dominare saggiamente, la agguerrita compagine di collocazione medio orientale a caccia di punti necessari per la qualificazione.

Il tecnico, Roberto Mancini, continua la sua opera di forgiatura motivazionale delle truppe. Una vittoria sarebbe certo un buon viatico per agevolare questo arduo, quanto fiero, compito.

Questo è tutto. Certi di avervi reso un servizio gradito, vi attendiamo per le prossime cronache.

Un unico slogan risuona: Amala, Pazza, Inter!

- Charms -

martedì 9 dicembre 2014

#Inter-Udinese: Il meglio ed il peggio

"E' ufficiale: l'Udinese è una patologia"

Inter 1 - Udinese 2

Non mi azzardo nello sbilanciarmi in un commento tecnico della gara. Non voglio nemmeno parlare degli errori dei singoli (tanti) e della, probabile e plausibile, attuale non conoscenza delle caratteristiche della rosa da parte di Mister Mancini...

... cercherò di limitarmi nel dare solo un impressione "di pancia", da tifoso da divano, di quello che ho visto nei 94 minuti di Inter - Udinese.

E bene, ho visto un primo tempo giocato ad una sola metà campo, quella friulana, con l'Inter in totale controllo, con una una impostazione tattica nuovamente rivisitata, con un buon fraseggio, buona personalità, molto alti nel pressing e reattivi su contrasti e palloni vaganti... di contro un Udinese quasi arrendevole che, come prevedibile, ha fatto mucchio nella sua metà campo, arginando per poi cercare di ripartire in contropiede con degli "up and under" per Totòdinatale, puntualmente in fuorigioco di N metri.

E' vero che abbiamo fatto una certa fatica nel costruire azioni gol, ma l'impressione che l'avremmo sbloccata era latente... ed infatti, bella biglia in area di Guarin per Icardi e tutti a fare festa.

Half Time 1 a 0

Ed ecco the second Half.

Se avessi chiesto a Nostradamus come sarebbe finita, sono (quasi) certo l'avrebbe sbagliata anche lui... segandomi la schedina.

Si perchè anche nel secondo tempo siamo partiti bene, anzi, il fraseggio ha raggiunto punte di "joga bonito"... eravamo ficcanti e, giuro, ho pensato ancora che da li a breve l'avremmo ributtata dentro...

Quando all'improvviso... al 25esimo - 10,  nella catarsi sequenziale dello spazio infinito... cigli' d' loup passa a sparpac'llon...  sparpac'llon la ripassa a cigli' d' loup... tiro, palo, doppio palo, tris, bastoni sette e bello... gol...

Pareggia l'Udinese... e la compagine Inter risprofonda nella paura.

11 minuti più tardi... Rodrigo Palacio, travolto dai fumi effimeri di una buat' d' marmll't avariata... decide di illuminare il gioco dei furlan.... ricchie d' gomm Thereau capisce di avere la precedenza... gol. 1 a 2.

Le fiamme del dolore, divampavano alimentate dalla disperazione cosmica (cit.)

E niente più... the end...  la partita dell'Inter è andata in black out dopo pochi minuti dall'inizio ripresa e non si è più ripresa, tanto che su "tuider" scrivevo poco prima del loro gol: "attenzione, momento sbando: chiamate uno psicologo"

Ma se è vero che il problema di tenuta mentale nelle difficoltà è risbalzato fuori prepotentemente, è altrettanto vero che quello fisico, ammesso anche dagli addetti della precedente gestione, è sempre li che ci attanaglia praticamente dalla quarta gara di questa stagione.

E' bastato un cambio di marcia atletico della squadra di Stramaccioni per crearci difficoltà enormi... accentuando i problemi di movimenti in campo non più omogenei (ripieghi difensivi dei centrocampisti) e di cali di concentrazione ed attenzione clamorosi. Furbescamente, "lo spensierato", quando ha fiutato la nostra difficoltà fisica e mentale, ha cambiato il non più giovane Totò con Thereau, che non è Eusebio, ma corre... eccazzo se corre... e tanto è bastato.

C'è un però, ed anche se so bene che con i però la Champions la vediamo ancora con l'Hubble, questo però c'è...

Non ho visto rassegnazione finita la gara.

Ho visto un tecnico incazzato, giocatori altrettanto, tifosi idem... ma non rassegnazione.

Quindi ci teniamo un primo tempo da "grande vs piccola" e questo attegiamento di consapevolezza dei propri errori e di non rassegazione nel post gara. E per adesso ce lo facciamo andare bene, volete o nolente.

Penso che Mancio abbia tanto da lavorare, tanto, su testa e gambe... mi sono illuso che la gara con la Roma ci avesse dato più fiducia, ma questo gruppo è ancora ammantato di paura e mediocrità.
Le qualità tecniche dei giocatori non sono certo da punte di eccellenza, ma questo non determina un cambio cosi radicale di attegiamento in campo.

Si, Mister Mancini ha tanto lavoro mentale davanti per ridare fiducia a questo gruppo. E soprattutto scelga bene gli Uomini (U), attuali e prossimi, su cui puntare.

Guardare l'Inter in questo periodo, é un misto tra una grande prova di coraggio ed un masochismo avanzato... Tutto tempra.

Sotto con la prossima gara, non vedo l'ora.

Amala ubicumque et semper.

- Charms -


 


venerdì 5 dicembre 2014

"Sometimes They Come Back" : che piacere rivedersi, Strama.

"Non tutte le ciambelle riescono con il buco,
ma non per questo non sono buone"

Quella di Andrea Stramaccioni, con l'Inter, è stata una favola...

Una di quelle favole avvincenti, dalla grande trama e dal finale tragico... in pieno stile Grimm Brothers'

Arriva da Roma, Andrea... si dice voluto fortemente proprio da Massimo Moratti, al punto che viene inserito come contropartita tecnica nell'affare Burdisso... e prende possesso della Primavera Inter.

Non a caso uso il termine: possesso... perchè Strama arriva carico e convinto delle sue qualità, già dimostrate nei settori giovanili romanisti e trasforma, in breve tempo, la Primavera Interista in una macchina asfaltatrice... macinando vittorie su vittorie.

All'interno del suo sistema di gioco, tutto il gruppo di ragazzi si sente responsabilizzato e convinto di poter dare il massimo ed anche oltre.

Vince la Primavera Inter... vince (quasi) tutto in Italia e, clamorosamente, in Europa... destando l'interesse di tutti; pennivendoli nostrani compresi.

Ed eccoci all'epilogo...

Proprio Moratti, sull'onda di questi successi, entusiasta di quel talento ragazzo, lo promuove in prima squadra.

Subentra al buon Ranieri, sconfitto a Torino ed ormai cotto mentalmente... Ed ecco che Andrea si trova tra le mani le redini dell' unica squadra italiana mai retrocessa in Serie B: L'Inter.

Nelle restanti gare stagionali si toglie la soddisfazione di umiliare 4 a 2 nel Derby i "cugini diversi", facendoci godere non poco... con l'Inter che si qualifica per l'Europa League.

Nella stagione successiva viene confermato, di slancio, alla guida tecnica della squadra.

Non starò qui a fare la cronaca di tutto l'accaduto in quella stagione, è argomento trito e ritrito ed ognuno, in merito a mercato, infortuni, arbitraggi, gioco, giocatori ed esperienza, rimarrà sempre della stessa idea... e sappiamo tutti come è finita la favola... e chi è arrivato nelle vesti di mago.

Mi limiterò, invece, per il grande rispetto che nutro verso Stramaccioni, sempre ricambiato verso Noi tifosi e Società... a riportare solo la cosa più esaltante. Che non sono le 10 vittorie consecutive tra campionato e coppa, che non sono le 10 vittorie consecutive in trasferta, che non è l'ennesimo Derby vinto... no...

Godetevi ogni istante di questo video...





Grazie di tutto, mister Andrea Stramaccioni.

- Charms -

lunedì 1 dicembre 2014

Work in progress... "Il peggio sembra passato"

Roma - Inter è stata, senza nessun dubbio, la prima partita contro una squadra nettamente più forte, di questa stagione...

Nell'ordine abbiamo affrontato: Stjarnan, Torino, Sassuolo, Dnipro, Palermo, Atalanta, Cagliari, Qarabag, Fiorentina, Napoli, St.Etienne, Cesena, Sampdoria, Parma, Verona, Milan ed appunto la Roma.

Che la Roma sia nettamente più forte lo dice qualunque parametro.
Lo dicono i numeri dello scorso anno e di questo in corso. Lo dice una qualità di gioco ed una organizzazione fluida. Lo dice una presenza mentale ed una convinzione, in campo, da squadra matura.

Restringendo il range al campionato, che le altre NON siano nettamente più forti lo dicono gli stessi parametri non cosi delineati, ed una classifica che ci vede, si undicesimi, ma a "soli" 6 / 8 punti di distanza dalla terza in classifica.

C'è però un altro parametro che mi lascia la gara contro la Roma. Qualcosa di sicuramente poco concreto, certamente non calcolabile statisticamente, ma tangibile e palpabile da quel fottuto "sesto senso"... che sei li... ed anche nel momento di buio ti fa dire: "ne stiamo venendo fuori"...

E' la percezione, mista a speranza, che qualcosa stia svoltando. Non ti sembra più di vedere la paura, ma convinzione, negli occhi di chi gioca, unita alla personalità con cui li vedi affrontare, consapevolmente, un avversario molto più forte, ed il fatto che non si è usciti mentalmente dalla partita mai.

Sarà che dentro di te hai pensato, finalmente: "cazzo, dai che la si può vincere!"... e ti stupisci di averlo pensato.

E' andata male, ok... ma tutto questo, un paio di settimane fa, sembrava utopia.

Tutto ci dice che bisogna lavorare e riprovarci più convinti... ed andrà bene.

Un po' come la rovesciata di Osvaldo.

- Charms -



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