martedì 21 gennaio 2014

Post Fata Resurgo

But everybody's changing and I don't feel the same 
(The Keane)
Ma tutti stanno cambiando e io non mi sento lo stesso.


Esistono libri, canzoni oppure film che, per ragioni insondabili, divengono parte di noi.
Possiamo rimanere anni senza riascoltare determinate note o senza leggere alcune pagine, finchè, imbattendoci per caso in esse, realizziamo che sono sempre rimaste dentro di noi, da qualche parte, e in mancanza di esse, saremmo state persone diverse.
Nè migliori né peggiori, semplicemente differenti. Senza quegli accordi e quelle parole ci sarebbe venuto a mancare qualcosa che è riuscito a penetrare le vibrazioni più profonde del nostro animo, concorrendo a foggiare la nostra essenza nel presente.

Gli eventi legati all'Inter in queste ultime ore mi hanno portato a riflettere su uno dei libri che più ho amato durante l'adolescenza e le cui pagine finali mi sono sempre parse metafora compiuta di quell'insieme di processi raggruppati sotto la voce “Cambiamento”.
La trama stessa svela e accompagna il protagonista lungo un percorso di crescita e identificazione che, camaleonticamente, lo condurranno a un mutamento di sé e dei propri convincimenti tale da indurlo a sentirsi man mano emarginato da contesti prima consueti, senza però riuscire a fondersi nell'apparente Bel Mondo da lui inizialmente agognato.
La conclusione di questo tragitto interiore lo vedrà optare verso la scelta suprema e definitiva, l'unica scevra dai compromessi a cui non è mai voluto sottostare, in un sacrificio di sé molto simile a una purificazione.
Le pagine finali, tramite una descrizione quasi chirurgica dei suoi tormenti, esprimono lucidamente il dibattersi, non solo allegorico, fra la “Vecchia” vita e un nuovo orizzonte.

La morte è vista come apogeo del mutamento fin dall'antichità: il Mito della Fenice (Post Fata Resurgo: dopo i Fati/il destino/la Morte io risorgo) che incessantemente rinasce dalle sue ceneri pare voler rammentare come ogni trasformazione rechi irrimediabilmente con sé frammenti di dolore lancinante.

L'errore più frequente è inquadrare questi ultimi spasmi come un proemio invece che un epilogo.
Fra le parole conclusive si trova questa esposizione folgorante nella sua scarna perfezione:
Poi sopravvennero le sofferenze e il soffocamento. Non era ancora la morte – come diss'egli a sé stesso sfiorando il limite tra coscienza e incoscienza. La morte non fa soffrire; era ancora la vita, quell'atroce sensazione di soffocamento; era l'ultimo colpo che gl'infieriva la vita.”

Oggi, provando a districarmi nel labirinto della trattativa con la juve relativa allo scambio Guarin-Vucinic, rimuginavo su questo passaggio e su come questa non sia la “presentazione” di Thohir, ma“Gli ultimi fuochi” di una dirigenza sulla via dello smantellamento.
Non so cosa dovrà attendersi l'Inter nel futuro, forse “Lacrime e sangue”, come da più parti indicato.
So però che da anni abbiamo accettato una serie di operazioni astruse e ai limiti dell'ermetismo, mentre ora sembra che la tifoseria sia pronta alla rivoluzione verso la nuova proprietà.

Ci ritroviamo, nostro malgrado, nel mezzo di una trasmigrazione. Il veleggiare è difficoltoso e, istintivamente, preferiremmo tutti aggrapparci alle consuetudini, sebbene siano proprio quelle ad averci condotti fin qui, piuttosto che rivolgerci verso l'ignoto.
Forse il luogo dove approderemo non sarà confortevole come quello a cui eravamo abituati, ma meglio una maturazione, seppure dolorosa a un lasciarsi trascinare lungo un eterno presente.
Post fata resurgam.
Dopo “la morte” risorgerò.
Non una speranza, bensì una convinzione.
In questa certezza viene raffigurato l'ordine naturale delle cose: ad ogni fine corrisponde un principio.


***Nota 1 :
non ho voluto indicare il titolo del libro volutamente.
Chi già lo conosce, lo avrà individuato.
Chi invece ancora lo ignora, se un giorno dovesse leggerlo non avrà il finale rovinato.

***Nota 2:
Ciò detto, se mi dovessero vendere pure Kovacic, altro che filosofeggiare tentando di mantenere la calma. Visto ciò che scriverei, verrebbero a prendermi a casa con gli elicotteri, tipo Apocalypse Now.


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