Mirko entra nello spogliatoio. La
luce fioca dal corridoio illumina uno spicchio di pavimento. Il buio tutt’attorno
lascia appena passare un piccolo raggio che si riflette sul suo viso. Una
piccola stella … la terza … sul campo …. Come una volta … brilla sulla membrana
di una lacrima che, maledetta, scivola sulla gota irsuta. Una sola lacrima, ma
pesante come il peso che Mirko si porta dentro. Il silenzio della sua anima si
confonde con quello di Vinovo. Un mondo di silenzio e di solitudine. La
solitudine dell’ala destra, se vuoi, ma sempre solitudine.
Lento cammina verso il suo
armadietto. Quello che ha accolto i suoi sogni di bambino “da sempre juventino”
ed ora lì, immobile ad attendere come un Cristiano nell’Arena che lui, leone,
lo sbrani, lo dilani, lo riempia di nuovo.
Mirko non sta bene. La prima
lacrima è stata pioniera di una carovana che ora sopraggiunge come una marea.
Mirko non capisce, non è abituato, lui, a certe cose. Non capisce perché non lo
vogliono più là dove persino uno più brutto di lui, Pandev, venne accolto come
un messia. No, per lui là non c’è posto.
Il Montenegro era il suo posto, ma ora
anche lì non lo vuole più nessuno. Da nessuna parte nessuno lo vuole. Perchè? Perché
lui, che con abnegazione ha sempre giocato le sue oneste 20/25 partite l’anno
tra precampionato e Coppa “Lido Tropical” di fine giugno, così povero ed
indifeso?
Calpesta la sua ombra mentre si
avvicina al suo armadietto con la sua borsa in mano e il dolore sul cuore. Per questo sposta i piedi un po' a lato, per non calpestare più quel suo cuoricino sensibile.
Si ferma a
pochi centimetri dal totem. Prende la chiave. Sta per aprire. Improvvisamente una
mano sulla spalla. Si gira. Marotta. Il DG gli sorride come un padre:
“Mirko,
devi essere forte. Ti toccherà guardare dalla tribuna Giovinco che scappa tra
le gambe dei difensori avversari. Ma sarà ancora per poco …”
“Ma DG, … ma perché
io? E perché Giovinco?”
“Mirko, piantala! Guardami negli occhi e ascolta: a
fine stagione ti mandiamo al Bournemouth. Lì ti troverai bene. C’è anche il
mare vicino e la casa di riposo all’Alderney Hospital”.
Mirko ha capito. Senza dire una parola apre l'armadietto. Dalla borsa tira fuori la sua roba: l'accappatoio, la PSP2, le foto del 5 maggio 2010, il pass dell'Hollywood, la maglietta a strisce nere e bianche ... trattiene un conato a stento ... Mirko non sta bene. Mirko tira sul col naso e piange.
Piange e tira sul col naso. Tira … col naso … e piange, mentre il DG si toglie
la maschera e appare nelle vere sembianze di Fassone.
Mirko non sta bene.
Mirko
ha bisogno d’aiuto.
K.
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