domenica 12 gennaio 2014

INTER-CHIEVO, DIAMO I NUMERI...



Ogni tifoso interista che si rispetti ha istituzionalmente e istintivamente due squadre da odiare: la Premiata Ditta G&G, ovvero i Gobbi di Torino e i Gonzi della Milano con il vizietto di retrocedere.
Poi ci sono quelle squadre, spesso le cosiddette provinciali, che non puoi dire di odiare, ma puoi dire senza problemi che ti stanno profondamente sui sacri bronzi.
A volte non sai nemmeno perchè, antipatia e basta. Altre volte l'acredine è giustificata da episodi particolari, o da un accanimento dal sapore di "bestia nera".


Il Chievo, nostro prossimo avversario, mi sta appunto abbastanza sulle scatole. Ho sempre avuto una sorta di rispetto per le squadre con del vecchio blasone come Torino, Genoa, Bologna, Samp. Le altre, dai nomi meno altisonanti, le rispetto meno, mi sembrano quasi passeggeri di terza classe invitati per caso alla festa degli aristocratici (lo so, non è proprio il concetto massimo di sport) e mi fanno tremendamente incazzare quando devono fare i miracoli proprio contro di noi per poi magari travestirsi da zerbini una volta di fronte alle nostre rivali storiche (davanti a tutte nella mia personale lista, Atalanta e Siena).


I veronesi hanno ricevuto la mia ammirazione solo quando, appena promossi in serie A piu' di un decennio fa, si resero protagonisti di un campionato pazzesco, concluso con un clamoroso quinto posto. Dopodichè mi sono sempre stati sulle scatole per una serie di motivazioni che sintetizzo:

- Ho sempre avuto in simpatia la vera squadra di Verona, l'Hellas

- Vittorie contro l'Inter abbastanza frequenti nei primi anni

- Uno scudetto perso per un 2-2 al 90mo proprio contro i clivensi nella famosa partita del fallo monumentale in area su Ronaldo (non c'è stato purtroppo solo quello con Iuliano), trasformato in punizione contro da quel "grand'uomo" di Massimo De Santis.

- 12 sconfitte nelle prime 12 partite in Serie A contro la Juventus.




I precedenti tra Inter e Chievo a San Siro sono 11 con un bilancio di 8 vittorie nerazzurre, 2 pareggi e una sola sconfitta. 23 gol fatti, 13 subiti.

L'Inter viene da ben 7 vittorie di fila (toccatevi tutti), tra cui dei curiosi 4-3,4-2,4-3 di fila tra il 2008 e il 2010.

L'unica vittoria veneta, nel primo incrocio di sempre tra le due squadre, è abbastanza famosa.

E' il 15 dicembre 2002. Un sabato sera freddissimo a Milano. L'Inter di Hector Cuper nelle primissime posizioni di classifica, riceve la visita della neopromossa di turno. Che non è una neopromossa qualsiasi però. Tutto il mondo sportivo sta infatti in quei giorni decantando le lodi della favola Chievo, un quartiere di Verona al comando della Serie A.

La squadra allenata dall'unico uomo piu' incomprensibile di Luca Giurato, al secolo Luigi Del Neri, è una buonissima squadra che gioca con uno scolastico 4-4-2 , ma fatto bene, con grande corsa e applicazione. E' il Chievo di Corini, Perrotta, Eriberto o Luciano, fate voi, Manfredini, Marazzina, Corradi.

La partita passa però alla storia, piu' che per il risultato sorprendente, per un fatto triste accaduto appena 3 giorni prima. Si tratta infatti della prima partita dell'Inter negli ultimi 80 anni senza Peppino Prisco, l'indimendicato e indimenticabile Avvocato Prisco, icona del tifo nerazzurro, nonchè pilastro della società e del mondo Inter praticamente da sempre.
Prisco è stato il manifesto dell'Interismo elevato ai massimi livelli. Arguto, ironico, appassionato, mai domo, sempre fiero e sempre con uno stile tipico dei migliori uomini di un tempo. Quando "esercitiamo" il nostro tifo dovremmo imporci di prendere esempio da lui per quanto possibile.

Il match  finisce 1-2 con i gol di Corradi e Marazzina (entrambi scuola Inter) intervallati dal momentaneo pareggio di Bobo Vieri (in campo c'era anche Ronaldo in una delle rare volte in cui fece coppia con Mr.90 miliardi)
Il Chievo come detto arriverà quinto, centrando una storica qualificazione in Coppa Uefa. Dell'epilogo di quel campionato per quel che ci riguarda invece non v'è bisogno che io vi faccia cenno...

Ancora oggi è quella l'unica vittoria del Chievo a Milano. A Mazzarri and company il compito di non dover riscrivere la statistica a questa voce.
Non dovrebbe essere un'impresa, ma la normalità delle cose, specie dopo le due bruttissime sconfitte di Roma e Udine.


Che Peppino ce la mandi buona...




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